Jüdisches Museum Berlin: Il Museo Ebraico Della Città Di Berlino
Orario Di Apertura | Tutti I Giorni: 10:00-19:00 |
Giorni Di Chiusura | • 26-27 Settembre (Rosh haShana) • 5 Ottobre (Yom Kippur) • 12 novembre (Premio per comprensione e tolleranza) • 24 dicembre (Vigilia di Natale) |
Indirizzo | Lindenstraße 9–14,10969 Berlin |
Sito Web | www.jmberlin.de |
Il Museo Ebraico di Berlino è un’esperienza unica che racconta il rapporto della Germania con il mondo ebraico, passando dall’antichità, fino a giungere al periodo nazista ed il mondo attuale.
In questo articolo trovi tutte le informazioni che ti servono sul museo.
Storia E Struttura Del Museo Degli Ebrei Berlino
Questo è il museo ebraico più grande in Europa ed è considerato, per i suoi contenuti e la sua architettura, un’eccellenza mondiale.
Nel suo complesso, si compone di due edifici:
- Kollegienhaus,un palazzo settecentesco costruito da Philipp Gerlach (1679-1748) che è l’ingresso principale del museo
- Ampliamento progettato da Daniel Libeskind alla fine del 20° secolo
L’edificio ha un lungo corpo irregolare, piegato secondo una linea spezzata e simboleggia il sopruso e la violenza che questo popolo ha dovuto subire nel corso della storia.
Ciò è reso come una linea a zig-zag ottenuta semplificando la stella di David.
Questo effetto particolare ha portato l’edificio ad acquistare il soprannome di blitz (significa “fulmine” in tedesco).
La forma anomala e aggressiva del museo risalta rispetto agli edifici vicini, come se fosse un atto di denuncia.
Le pareti compatte, ricoperte di lamiera zincata e aperte da finestre-squarci rappresentano l’orrore ed il dolore alla base delle vicende del popolo ebraico.
L’interno è claustrofobico e soffocante e ricorda una prigione.
Gli ambienti, con i loro muri bianchi e neri, spigolosi e inclinati, creano angoscia (anche grazie alla luce fredda dei neon).
Molte stanze sono prive di finestre: l’aria entra da fori che richiamano “le docce” con cui nei campi di concentramento molte vittime erano mandate a morire.
Anche il pavimento, che a volte è un po’ inclinato, provoca una sensazione di disagio.
Chi è dentro prova l’istinto di uscire subito dalla struttura.
Secondo le intenzioni dell’architetto, visitare il museo non doveva essere un momento di svago ma un’esperienza dolorosa.
I corridoi del Museo Ebrei Berlino sono come un percorso di purificazione.
All’interno della struttura trovi anche una famosissima installazione artistica (e permanente) realizzata dall’artista israeliano Menashe Kadishman.
È intitolata Shalechet – Foglie cadute e l’ha presentata nel 1997.
Si trova in un ambiente lungo, stretto e poco illuminato del museo.
L’installazione consiste in 10.000 dischi di ferro lavorati – uno per uno – che assomigliano a dei volti terrorizzati, tutti messi sul pavimento.
Visitando il museo ti ritroverai a camminarci sopra.
Procedere è difficile (soprattutto a causa della superficie non omogenea); ogni passo fa un rumore metallico e ricorda quello delle catene, amplificato ancor di più dall’eco dell’ambiente vuoto.
Ogni volto simboleggia gli ebrei trucidati, morti nel silenzio dei campi di concentramento.
Quest’opera denuncia tale massacro.
Qui sotto trovi un video girato da un visitatore che mostra com’è “attraversare” quest’opera.
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